I PARTIGIANI D'ITALIA

Lo schedario delle commissioni per il riconoscimento degli uomini e delle donne della Resistenza

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Commissione regionale Abruzzese per il riconoscimento della qualifica di partigiano

Composizione
  • Nome: Commissione regionale abruzzese per il riconoscimento della qualifica di partigiano
  • Giurisdizione: Abruzzi (attuali Abruzzo e Molise)
  • Sede: L’Aquila
  • Presidente: Ten.Col. Cesare Di Palma
  • Rappresentante Ministero della Difesa
    • 1. Aldo Rasero
    • 2. Italo Giannangeli (ottobre 1948)
    • 3. Adriano Salvadori
  • Rappresentanti Anpi
    • Formazioni: Comuniste
    • 1. Giuseppe Marcantonio
    • 2. Renato Franchi
  • Formazioni: Raggruppamento Gran Sasso
    • 1. Luigi Marrone
    • 2. Eleuterio Di Gianfilippo (marzo-luglio 1948)
  • Formazioni: Azioniste
    • 1. Nevio Pallundo (fino al 2 agosto1948; da dicembre 1948)
    • 2. Adolfo Ceccherini (dal 2 agosto 1948)
  • Formazioni: Socialiste
    • 1. Fernando Madrucciani (gennaio-febbraio 1948)
    • 2. Giovanni Ricottilli
  • Formazioni: Apolitiche indipendenti
    • 1. Ercole Pizzoferrato
    • 2. Achille Fioredonati
    • 3. Pasquale D’Ignazio
Insediamento

Le carte conservate presso l’Archivio Centrale dello Stato documentano l’attività della Commissione abruzzese soprattutto a partire dal 1948, anno durante il quale la Commissione si riunì, a L’Aquila, con regolarità e non di rado due volte al giorno, dal 3 gennaio al 22 dicembre. Il verbale della prima seduta del 1948 è datato 3-9 gennaio e riferisce della nomina di un nuovo presidente, il tenente colonnello Cesare Di Palma, al posto del dimissionario avvocato Ezio Di Clemente.

L’attività

Il lavoro ordinario della Commissione prese il via con la terza seduta del 1948 (20-21 gennaio), durante la quale si esaminarono alcuni ricorsi per riconoscimento, cambiamento o revoca di qualifiche, infermità etc. La Commissione continuò così almeno fino alla fine dell’anno, allegando ai propri verbali lunghi elenchi di riconosciuti e non riconosciuti. Solo sporadicamente i pareri sui riconoscimenti non si limitavano al mero esito della valutazione, ma in quelle poche occasioni i giudizi riassumevano le conclusioni di un’analisi complessa, come nel caso del capitano dei carabinieri Guido Fregiavilla, già appartenente alla banda “Patrioti Marsicani”:

    «La Commissione, udita la relazione del membro commissario Dott. Italo Sebastiani e letta la dichiarazione scritta del Cap. Salvadori Adriano già comandante della banda “Patrioti Marsicani”, i quali sono concordi nell’affermare che al Cap. dei Carabinieri Fregiavilla, alla data dell’8/9/43 comandante la compagnia CC di Avezzano, venne dato l’ordine da loro stessi, su disposizioni del comando del Raggruppamento “Gran Sasso”, nei primi di Novembre 1943, di rimanere in servizio per meglio servire la causa partigiana; infatti rese al punto di essere scoperto ed arrestato dalle S.S. tedesche per intelligenza col nemico, e, pur conoscendo molto meglio della organizzazione clandestina, anche sotto le dure torture, non tradì, delibera di riconoscere al Cap. dei CC. Fregiavilla Guido la qualifica di “Partigiano Combattente”».

Per affrontare ricorsi avversi di particolare delicatezza o complessità, la Commissione diede vita a sottocommissioni che, come avveniva in ogni regione in cui era attivo l’ufficio riconoscimenti, inviava nei luoghi in cui si era sviluppata l’attività partigiana del soggetto o della formazione presi in esame.
Il rigore della Commissione nell’accogliere o respingere le domande di riconoscimento e i ricorsi potrà essere valutata solo attraverso l’analisi sistematica e completa delle pratiche. I verbali documentano tuttavia che le ragioni di rigetto potevano essere, ad esempio, la “venalità” che spingeva a richiedere la qualifica di partigiano, la “vigliaccheria” che rendeva indegni di tale qualifica o, ancora, l’«astio personale» che muoveva taluni a presentare reclamo contro partigiani riconosciuti. Raramente, tuttavia, dai verbali emerge la precisa motivazione del rigetto o dell’accoglimento delle domande e dei ricorsi. Nel primo caso, comunque, si fa perlopiù riferimento all’insufficienza della documentazione probatoria o alla presentazione di essa a termini scaduti.

Altre questioni

Oltre alla conferimento dei riconoscimenti, anche la Commissione abruzzese si occupava di proporre ricompense al valore o di esprimere pareri in merito a queste ultime o ad altre forme di premialità (passaggi nei ruoli effettivi delle forze armate, promozioni, rinvio o esonero di leva etc.). Ancora, si occupava dell’attribuzione delle qualifiche e dei gradi militari alle formazioni e ai partigiani che vi avevano operato, come nel seguente caso riguardante la banda Ombrone:

    «La Commissione, esaminato lo stato giuridico della formazione partigiana “Ombrone”, constatato che all’atto della smobilitazione erano da computarsi in forza n. 58 partigiani combattenti e n. 83 patrioti con la complessiva consistenza numerica di n. 141 volontari regolarmente riconosciuti, delibera di attribuire alla formazione, ai fini dell’ordinamento, la qualifica organica di battaglione partigiano ed al comandante la qualifica gerarchica di comandante di battaglione partigiano corrispondente al gradi di tenente il che comporta i seguenti organici di comando: 1 comando di battaglione partigiano, 4 comandi di distaccamento partigiano, 9 comandi di squadra partigiana, 17 comandi di nucleo partigiano».

O ancora, nel caso della nota banda Ammazzalorso:

    «La Commissione, esaminato lo stato giuridico della formazione partigiana “Ammazzalorso”, constatato che all’atto della smobilitazione erano da computarsi in forza n. 1763 Partigiani Combattenti e n. 437 Patrioti con la complessiva consistenza numerica di n. 2200 volontari regolarmente riconosciuti, delibera di attribuire alla Formazione, ai fini dell’ordinamento, la qualifica organica di Gruppo di Divisione partigiana ed al comandante la qualifica di Comandante di Divisione partigiana corrispondente al grado di Ten. Colonnello il che comporta i seguenti organici di comando: 1 Comando di Gruppo di Divisione partigiana, 2 Comandi di Divisione partigiana, 10 Comandi di Brigata partigiana, 20 Comandi di Battaglione partigiano, 57 Comandi di Distaccamento partigiano, 153 Comandi di Squadra partigiana, 250 Comandi di Nucleo partigiano».

In alcuni casi particolari la Commissione rifiutò di esprimere il proprio giudizio, dichiarandosi non competente in materia: è ciò che accadde nel caso della Brigata Maiella, esaminato nel corso della seduta dell’8 giugno 1948, e ritenuto di competenza degli organi che valutavano l’operato delle forze armate regolari:

    «La Commissione, presa in esame la Banda “Maiella” comandata dall’Avv. Ettore Troilo ed operante in località paesi della Maiella (Versante dell’Aventino), con la forza numerica n. 599 Partigiani per il periodo di attività 8 Settembre 1943-10 Giugno 1944; udita la relazione dei membri commissari Sig. Marcantonio Giuseppe – rappresentante le Formazioni Comuniste – e Sig. Pizzoferrato Ercole – rappresentante le Formazioni Indipendenti – incaricati per l’inchiesta sul luogo, in data 30/11/1947; presa visione del D.L. del 19/3/48, n. 241 Equiparazione ai combattenti di coloro che hanno partecipato alla guerra di liberazione nelle formazioni non regolari […]; constatato che nell’art. 1 del citato decreto è espresso chiaramente: “Coloro che, successivamente all’8 Settembre 1943, hanno partecipato, per un periodo di almeno 3 mesi, ad operazioni della guerra di liberazione, nelle Formazioni non regolari dipendenti dalle Forze Armate italiane ed alleate […] sono equiparati, a tutti gli effetti, ai combattenti della guerra di liberazione impiegati in azioni di guerra”, delibera 1° – di non emettere nei riguardi della Banda “Maiella” alcun giudizio di riconoscimento non ravvisando la competenza; 2° – di inviare con la presente deliberazione, alla Commissione apposita, costituita in seno alla Presidenza del Consiglio dei ministri […]; 3° – di far riserva di riprendere in esame la Banda stessa per l’eventuale riconoscimento […] qualora l’apposita Commissione […] dovesse ritenere di riconoscere agli appartenenti della Banda “Maiella” il periodo iniziale di attività dal I Gennaio 1944».

Sempre a proposito della Maiella, va notato che la Commissione espresse parere sfavorevole alla concessione della medaglia d’oro al valor militare al già responsabile del comando tattico della brigata, Vincenzo Sciuba; lo stesso tipo di parere, tuttavia, fu espresso nei riguardi di Aldo Di Loreto, capitano medico dell’aeronautica, organizzatore di una piccola formazione partigiana, fucilato dai tedeschi a Villetta Barrea (AQ) il 12 novembre 1943.

Fonti e bibliografia

Archivio Centrale dello Stato:

– Ricompart, busta Verbali Abruzzo dall’1 al 50
– Ricompart, busta Verbali Abruzzo da 51 a 93

[Isabella Insolvibile]